Dal sito Ai.Bi. – Amici dei Bambini vi segnaliamo questo appello per un’adozione di un bambino disabile della Moldova. Questo bimbo la Fa.Ce. lo ha conosciuto nel 2003, durante una permanenza a Chisinau per un convegno, e di lui ha un ricordo splendido. Se volete saperne di più, siamo a disposizione: Carlo tel. 3207673248.
“Abbiamo conosciuto per la prima volta Stefan in un ospedale di un Paese dell’Est nel 1999: era un bambino appena nato, isolato dagli altri, chiuso in un box, con lo sguardo spento, immobile, magrissimo e con la pancia gonfia a causa della malnutrizione.
Un bambino che non aveva mai conosciuto carezze o affetto, neanche in quei pochi giorni di vita.
Le infermiere si mettevano i guanti quando dovevano cambiarlo o mettergli il termometro perché nato da una mamma sieropositiva.
Tutti erano convinti che i suoi giorni fossero contati.
Invece nell’estate del 2002 Stefan viene accolto in una casa di accoglienza dove si è cercato di ricostruire la sua storia.
Il bambino è stato abbandonato nel reparto maternità: per una infezione contratta alla nascita, gli è stata diagnosticata una paralisi cerebrale infantile.
Il suo primo anno di vita è stato caratterizzato da numerosi ricoveri all’ospedale: numerose analisi hanno tuttavia hanno dimostrato che il bambino non è più sieropositivo (si è negativizzato)
Nella casa in cui è accolto Stefan ha fatto continui progressi e ogni suo piccolo successo rappresenta un momento di gioia per tutti.
Attualmente, all’età di 6 anni, pur essendo costretto a vivere su una sedia a rotelle, Stefan si sforza per alzarsi; durante i giochi educativi si mostra molto attivo e riesce a portare a buon fine i compiti affidati; parla, riesce a costruire frasi, anche se semplici.
È un bambino molto affettuoso: interagisce con chi gli si avvicina, sorride, chiede di essere preso in braccio.
Quando indossa scarpe speciali, con il sostegno degli educatori, riesce a fare alcuni passi.
È sicuramente un bambino che dimostra di avere grande potenziale, una forza e una voglia immensa di superare gli ostacoli che la vita gli ha posto di fronte.
Ha bisogno però di un sostegno terapeutico e soprattutto di genitori che lo amino per quello che è.”
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