Neppure una settimana dall’inizio delle lezioni, ma i problemi del vecchio anno sembrano riproporsi, se non moltiplicarsi, anche in questo a.s. 2012/2013. Non solo le scarse risorse, sempre più all’osso, ma talvolta la stessa disorganizzazione stanno mettendo in ginocchio la scuola, andando inevitabilmente a discapito dei bambini e dei ragazzi, e del loro diritto allo studio. In tutto questo, l’ambito del sostegno è ormai terreno minato: non bastasse infatti la questione della riconversione degli insegnanti, i ritardi nelle nomine e le inadempienze già registrati fanno di questo un inizio d’anno davvero difficile.
Sono ancora aumentati gli allievi disabili ma non i docenti di sostegno. Ad ogni allievo, perciò, spettano poche ore.
Il MIUR ha stabilito che il numero dei docenti non può superare quello dello scorso anno scolastico. Poiché quello degli allievi è però aumentato, le classi sono diventate ancora più numerose. Questa scelta, purtroppo, riguarda anche il sostegno. In questo caso ne deriva che ciascun docente dovrà essere presente in diverse classi; perciò, le ore che potrà dedicare a ciascuna di esse sono ulteriormente diminuite. Ancora una volta risulta disatteso il rapporto 1:1 previsto per le situazioni di gravità, nonché quello medio di 2:1. In molti casi, il rapporto sale a 3:1 o addirittura 4:1. Significa seguire un alunno per 4-5 ore a settimana. Significa riuscire a fare ben poco. Così, con l’assistenza sempre più carente, il numero degli insegnanti di sostegno dimezzato, quello dei curricolari ridotto all’osso e con i collaboratori che non bastano più per dare una mano, la situazione per i bambini disabili, in continuo aumento, rischia di diventare insostenibile.
Può esservi integrazione di qualità se il numero e la precarietà dei docenti di sostegno impedisce di predisporre progetti educativi a medio e lungo termine?
La testimonianza di una mamma ormai stremata da infinite battaglie “Non acconsentirò mai di riportare a casa il mio bambino, molte famiglie non li hanno ancora inseriti, io voglio che la scuola sia “aperta” lo stesso giorno, per tutti i nostri figli dando a tutti la possibilità di imparare, condividere, partecipare!”
Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione per tutti; per i disabili pare invece sia necessario dover sempre ricorrere a denunce, avvocati, cause … etc. Quanto non viene in nessun modo garantito sia dallo Stato che dall’Ente Locale? Che ne è stato della legge 104? … della Convenzione Onu? … della Costituzione Italiana? E’ più facile nascondersi dietro lo spauracchio dei tagli, dei falsi invalidi mortificando delle situazioni già impegnative da gestire e svilendo quanto di buono in questi anni è stato fatto per l’integrazione nelle scuole . La disperazione delle famiglie arriva a far vedere il ritorno alle scuole differenziate come una panacea. Le notizie su crisi e scandali sono ottimi nascondigli per queste altre realtà che ogni anno si aggravano. La disperazione/rassegnazione delle famiglie agevola il gioco di chi ha tutto l’interesse per affossare queste problematiche.
Tutte queste considerazioni comportano inevitabilmente una domanda: potrà esservi ancora un futuro per l’integrazione e l’inclusione scolastica?
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