A te, che sei… che continuerai a essere… qui..con me… lettera di una sorella

01 Agosto 2012

Reggio nell’Emilia, 28 febbraio 2012

Un anno fa sei volato in cielo.

Hai avuto il coraggio di guardare il destino diritto, fermo, facci a faccia, munito di questa virtù hai continuato a svolgere le tue capacità più elevate in situazioni difficili, angosciose per te e per gli altri, conservando la mente lucida e il cuore saldo. Ma questa volta non ce l’hai fatta.

In una notte di inverno, verso mattino hai spiccato il volo.

Il tuo distacco ci ha colpito diritto al cuore lasciandoci un dolore controllato e composto all’esterno, ma dentro di noi è scattato un tentativo disperato di negare, di annullare questo atroce distacco.

E da quel triste momento un continuo susseguirsi di pensieri ci accompagna senza tregua.

Caro Fabio, chissà cosa avrai sentito del mondo attraverso l’acqua e la pelle tesa della pancia della mamma?

Tu che sei riuscito a farti volere, a farti guardare senza pretendere, senza riempire il tuo spazio di tante parole, ma con i tuoi sguardi e gesti.

Sei riuscito a fare in modo che attraverso i tuoi silenzi ci si accorgesse di te, a far rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e d’affanni.

La tua dolcezza, tratti di una qualità forte, un tuo modo di essere e di sentire, che ti ha permesso di comprendere meglio il mondo e di trasformarlo in un luogo accogliente.

Quella dolcezza che non ha nulla a che vedere con la passività, la mitezza o il fare sdolcinato.

Ma uno stato attivo della tua anima, proprio di chi come te, ha saputo armonizzare la disponibilità, la tolleranza e il rispetto del prossimo con la stima di se e la giusta rivendicazione delle proprie qualità.

Un atteggiamento che ti ha consentito di rendere più libera la tua vita interiore e profondi e costruttivi i rapporti con gli altri.

Tu che ci hai insegnato che i Natali non fossero colmi di doni-segnali, ma sempre e solo di attenzioni.

Hai selezionato in tutti i tuoi incontri, le persone autorevoli, ferme e coerenti; qualità dei più saggi.

La coerenza ti piaceva e hai lottato tutti i giorni per pretenderla con la piena consapevolezza che nel mondo esistevano oltre le regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma faccia di una stessa luna presente.

Ci hai insegnato ad inseguire le emozioni così come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, da quelle di gioia a quelle di dolore.

Così come ci ricordavi che la vita comprendeva la morte.

Ma il dolore non è solo vuota perdita, ma affettività e acquisizione oltre che sottrazione. Da quel giorno è nato il ricordo, la memoria più bella che è la storia della nostra identità.

Cosa ci hai lasciato?

Un vuoto enorme, incolmabile, ma i pensieri ricorrenti vanno a tutto ciò che ci hai donato.

Tu che hai imparato a stare da solo e questo ti ha salvato tante volte, senza ricorrere mai alla mediocrità per riempire i vuoti.

Così come hai imparato a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.

Hai adorato la tua inquietudine fino allo stremo di forze e sorrisi, utilizzandola per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili.

Hai donato il tuo vento intrepido ascoltando il loro silenzio con curiosità, rispettando anche la loro paura eccessiva.

Ciascuno ha colto solamente qualche aspetto, secondo la tua sensibilità e il tuo temperamento, ma soprattutto l’amore che quotidianamente hai cercato di donare agli altri.

La tua eredità

Tutto ciò che ti ha reso così speciale nella tua breve, ma intensa vita: il ricordo, il rispetto, il ringraziamento, lo stupore, un bacio, la speranza, la solidarietà, il viaggio , l affetto, la moltitudine, lo sguardo, il gesto.

Con affetto

tua sorella Catia

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